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Aron Canet: “Il nostro obiettivo è lottare per il titolo Moto2”

1645 giorni dalla sua ultima vittoria in Moto3 al GP di Aragon nel 2019, 70 gare dal suo passaggio in Moto2 ormai quattro anni fa e un totale di 20 piazzamenti sul podio – così vicino alla prima vittoria nella categoria intermedia che però continuava a sfuggirgli. Ecco quanto ha dovuto aspettare Aron Canet fino a quella domenica memorabile all’Autódromo Internacional do Algarve quando il 24enne spagnolo ha finalmente vinto la sua prima gara in Moto2, ad appena il suo secondo Gran Premio con Fantic Racing.

Prima del GP delle Americhe in programma questo fine settimana ad Austin, il nuovo leader del Mondiale Moto2 ci spiega le sue sensazioni. 

Aron, sono passate due settimane dalla tua prima e meritatissima vittoria in Moto2. Adesso riesci a trovare le parole per descrivere la sensazione di avercela fatta dopo questa lunga attesa?

È una sensazione bellissima e un altro step importante nella mia carriera. È stato anche molto emozionante perché era da tanto tempo che non vincevo e mi mancava dopo i tanti podi raggiunti in Moto2. Adesso però dobbiamo continuare a lavorare nel modo giusto. 

Sei andato vicino alla vittoria molte volte ma sembrava quasi non voler più arrivare. Hai comunque sempre creduto di potercela fare o hai avuto anche qualche dubbio? 

Ci sono delle volte in cui ti chiedi se effettivamente sei in grado di vincere ma devi credere in te stesso, devi credere nel tuo sogno, devi migliorare la tua forma fisica e il metodo di allenamento – ed io sto dando il 100%. Devi concentrarti sul tuo metodo di lavoro, non sui risultati. Il risultato poi arriverà, devi sempre credere al 100% in te stesso, senza ascoltare le critiche. Se potessi dire qualcosa all’Aron del 2020, gli direi di non mollare mai e di allenarsi al meglio e poi sicuramente i risultati arriveranno. 

C’è stato un periodo in cui ti presentavi sempre con un papillon al parco chiuso. In teoria l’avresti dovuto tenere fino a quando non saresti riuscito a portare a casa la prima vittoria di categoria, a un certo punto però l’hai messo via. Puoi comunque spiegare la storia che ci sta dietro?

Il papillon era riferito a quando avevo 20 anni, quando la gente mi guardava male e mi considerava una cattiva persona solo per i miei tatuaggi e i piercing. Ormai è considerata una cosa abbastanza normale ed è anche apprezzata dai giovani, per questo ho iniziato ad indossare il papillon per dimostrare che una persona con piercing, con tatuaggi o con i capelli gialli può essere comunque una brava persona. Voglio in qualche modo rappresentare tutte quelle persone che vengono discriminate per il loro aspetto fisico. 

Cosa è cambiato da quando sei arrivato nel team Fantic Racing? Sembri molto a tuo agio all’interno del box e i risultati lo dimostrano – con la Pole all’esordio stagionale in Qatar e la vittoria al secondo GP in Portogallo. 

L’arrivo in Fantic Racing mi ha cambiato più di quanto pensassi. È un ambiente molto bello, ho trovato una famiglia che non ha mai avuto dubbi su di me. A partire dal team manager Roberto Locatelli, dal project manager Stefano Bedon e dal mio capotecnico Jairo Carriles mi sono stati di grande aiuto per mettermi nelle condizioni di poter lavorare al meglio. Abbiamo vinto in Portogallo e sono convinto che possiamo ottenere ancora tanto quest’anno. 

Il trionfo a Portimao ti ha portato in testa al mondiale. La stagione è appena iniziata e la strada è lunga ma con che sensazione affronti il prossimo GP da leader della classifica? Sei fiducioso di poter lottare per il titolo fino alla fine insieme a Fantic Racing? 

Adesso siamo primi in campionato e andiamo ad Austin dove ho già vinto nel 2019. Il mio sogno sarebbe vincere subito la seconda gara ma prima di tutto bisogna stare concentrati. Non dobbiamo mollare, sono il leader ma dobbiamo continuare a lavorare perché gli altri non stanno a guardare. Il nostro obiettivo non è solo vincere le gare ma puntare al titolo, che sarebbe il primo per Fantic Racing, sicuramente continuando a lavorare nel modo in cui lo stiamo facendo, potremmo arrivare a giocarcelo a fine stagione.

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