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Sandra Gomez: “Una volta che infili il casco, non ci sono differenze”

Cinque domande alla campionessa spagnola Sandra Gomez, l’unica donna ad affrontare la grande avventura della Dakar 2025 su due ruote, in sella alla sua Fantic XEF 450 Rally. 

Dopo aver vinto la categoria donne con Jane Daniels nella scorsa edizione, quest’anno il Fantic Factory Rally Team schiera Sandra Gomez a fianco di Tommaso Montanari e Jeremy Miroir. La 31enne spagnola vanta una grandissima esperienza nel trial e nell’enduro, compresa la sua versione più estrema, l’Hard Enduro, dove è stata la prima donna ad arrivare in fondo alla Red Bull Romaniacs Gold.

Dopo la sesta tappa della sua terza Dakar, la prima all’interno della squadra ufficiale della Casa veneta, Gomez occupa attualmente la 48esima piazza assoluta su oltre 130 moto partite (34esima Rally 2).

Sandra, come ci si sente ad essere l’unica donna a correre nella categoria moto?

“È strano. Venerdì mattina ho visto proprio un video della prima Dakar in Arabia Saudita e c’erano 7 ragazze al via nelle moto, per cui mi dispiace molto essere la sola quest’anno. Certo, la Dakar è dura e ti mette alla prova fisicamente e mentalmente, per cui non è facile. Comunque alla fine tutti siamo qui per un sogno e lo sport unisce tutti. Una volta che infili il casco non ci sono differenze tra uomini e donne”.

Ti sei allenata tantissimo. Quanto è importante arrivare preparati?

“La Dakar è massacrante: anche dieci ore in moto, freddo, polvere… bisogna arrivare allenati. Questo vale ancora di più per una ragazza. Io però amo allenarmi. Anche in Hard Enduro, è così: devi arrivare super fit”.

Già la prima settimana è stata massacrante.

“Assolutamente sì. Tappe lunghissime, pietre, alberi e arbusti con lunghe spine capaci di trapassare anche i vestiti. Siamo tutti graffiati, soprattutto nelle gambe”.

In questa seconda settimana arriveranno tre tappe di sole dune. 

“In Spagna non ci sono dune per cui posso dire che i pistoni veloci mi sono molto più familiari, così come le pietre, ma la sabbia mi piace molto. Fa parte dell’avventura della Dakar, è il mito del deserto e il viaggio nell’ignoto. Sono cresciuta con il sogno della Dakar, ho visto tantissimi filmati di quando si correva in Africa. Sono felicissima di essere qui”. 

Infine, come ti trovi al bivacco Fantic?

“L’atmosfera è molto familiare e mi trovo molto bene. Anche il feeling con la moto, che è ancora relativamente nuova per me, continua a migliorare giorno dopo giorno. Tra spagnoli e italiani ci sentiamo bene. Siamo coccolati ed è bello trovare un piatto di pasta quando rientriamo da una lunga speciale”. 



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